Ausl Romagna, una rete integrata dei servizi per la non autosufficienza

La casa come primo luogo di cura e benessere. È il titolo del progetto di rete integrata dei servizi socio-sanitari per la non autosufficienza illustrato questa mattina, giovedì 20 febbraio, al salone Estense della Rocca di Lugo. Un’iniziativa sviluppata da Ausl Romagna con la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, che l’ha finanziata per 150 mila euro a sostegno della sua implementazione. Previsti una serie di interventi rivolti alle persone non autosufficienti e ai loro caregivers (gli assistenti familiari) nel territorio della Bassa Romagna. L’obiettivo è potenziare e personalizzare i servizi per la domiciliarità, con particolare attenzione alle fasce più vulnerabili della popolazione.

Due i filoni principali. Il primo, di valenza sanitaria, è dedicato alle dimissioni protette al domicilio per persone con demenza provenienti dall’ospedale e dai servizi specialistici. Il loro potenziamento si articola in un insieme di prestazioni e interventi che garantiscono la continuità delle cure e il sostegno al nucleo familiare della persona in dimissione. Si tratta di prestazioni domiciliari effettuate da operatori socio-sanitari (Oss) per tutelare le autonomie residue e il parziale recupero delle capacità, ove possibile, oltre a qualificare la cura domestica, attraverso l’addestramento del caregiver.

Il secondo, di natura più sociale, si concentra sull’elaborazione dei progetti di cosiddetto sollievo ai caregivers, ossia la possibilità di ospitare temporaneamente la persona con demenza in un centro assistenziale per consentire a chi se ne occupa abitualmente di alleggerire il proprio impegno o poter andare in vacanza. Gli interventi si inseriscono in un progetto di vita e di cure ampio, che prevede l’integrazione di questa risposta con progetti personalizzati a domicilio, che includono interventi socio-assistenziali (quali la frequenza di centri diurni socio-riabilitativi) e socio-occupazionali, l’assistenza domiciliare e integrata ed educativa, l’assegno di cura e gli interventi di adattamento domestico.

«Il nostro territorio ha sempre dimostrato la massima attenzione a sanità, welfare, cura della persona e benessere delle famiglie, tenendo come fari la prossimità e la varietà della risposta – sostiene Elena Zannoni, presidente dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna -. In questo quadro, le figure dei caregivers meritano una particolare attenzione». Concorde la direttrice del distretto sanitario lughese, Federica Boschi. «Il mutamento socio-demografico e la sempre maggiore longevità sono elementi evidenti. L’assistenza a persone con demenza deve continuare anche all’interno del domicilio e può avere un decorso molto lungo, quindi altamente impattante sulle famiglie».

Jacopo Ronchi

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