Romano Prodi merita l’Archiginnasio d’oro del Comune di Bologna?

L’Archiginnasio d’oro, il prestigioso riconoscimento del Comune di Bologna, doveva arrivare a Romano Prodi in consiglio comunale, ma per ora le opposizioni sono contrarie.

Lo spiega anche il sindaco Matteo Lepore: “Spero il centrodestra cambi idea, quindi rimandiamo di una settimana il voto per questo. Prodi è stato riferimento anche per chi non l’ha votato, e noi abbiamo dato riconoscimento anche a Guazzaloca”. Il riferimento è all’istituzione di un premio civico ad hoc, che porta il nome dell’ex sindaco eletto nel 1999 con l’appoggio della destra: la medaglia al merito civico Giorgio Guazzaloca.

Il partito della premier Giorgia Meloni è quello più nettamente contrario, La Lega ha dei dubbi e Forza Italia fino ad ora non si è espressa.

L’Archiginnasio d’oro è stato istituito nel 1963, anno del IV centenario della fondazione del Palazzo dell’Archiginnasio di Bologna. Il premio è il maggior riconoscimento che il Comune assegna a personalità del mondo della cultura, della scienza, del pensiero. Tra coloro che lo hanno ricevuto, ci sono pittori come Giorgio Morandi e Wolfango Peretti Poggi, registi come Pupi Avati e Michelangelo Antonioni, ex sindaci come Giuseppe Dozza, cardinali come Giacomo Lercaro, uomini politici come Giuseppe Dossetti e Giovanni Bersani, e storici come Paolo Prodi, ultimo in ordine di tempo ad averlo ricevuto, in memoria, nel 2020.

Nella delibera di proposta di conferimento a Romano Prodi, oltre ai suoi contributi come presidente del consiglio (nel 1996 e nel 2006) e come presidente della Commissione Europea, viene ricordato anche il suo corposissimo curriculum accademico: tra le tante cose, la laurea in giurisprudenza, la cattedra in “Economia e politica industriale” a Trento, gli incarichi come visiting professor ad Harvard e Stanford, la cattedra all’Istituto Studi Internazionali della Brown University, le 40 lauree honoris causa, la fondazione di Nomisma, e per due volte la presidenza del Mulino.

Forse potremmo ricordare il lutto nazionale e i funerali di Stato a Silvio Berlusconi, che è stato anche lui, Presidente del Consiglio e sconfitto da Romano Prodi nelle due volte in cui si sono ritrovati alla guida degli opposti schieramenti.

Ognuno può farsi il suo giudizio “morale” sulle differenze tra questi due uomini che hanno segnato gli ultimi trent’anni della vita politica italiana e sui loro percorsi sugli scenari italiani e mondiali.

Però, tenere per Silvio Berlusconi l’orazione funebre a Camera e Senato riunite e negare a Romano Prodi l’Archiginnasio d’oro a Bologna, qualche riflessione sullo stile con cui intende guidare il paese chi è al governo oggi, viene spontanea.

Tiziano Conti

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