Oggi il Vescovo, mons. Giovanni Mosciatti, ha commentato i capitoli 10 e 12 del Vangelo di Giovanni: “Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e offro la vita per le pecore”
Una distinzione potente, lo sguardo di Gesù è di amore, è importante individuare la voce del Signore e quella di chi ci inganna, introducendo in noi pensieri manipolati. E’ il nostro cuore che ci fa riconoscere la fede, la speranza, l’amore, grazie al suo desiderio di verità, di giustizia, di pace. Ci è stato dato dal Signore, in modo tale da poter ascoltare le parole di chi è disponibile a dare la vita per le sue pecore, in perfetta corrispondenza col nostro bisogno d’amore. Il mercenario non sa parlare d’amore. Solo il Signore ha parole di vita eterna, e di Lui ci possiamo fidare fino in fondo.
A Cafarnao nella sinagoga Gesù spinge a fare una scelta, da che parte stare, in un momento cruciale della sua stessa missione, e tutti vanno via, tranne i Dodici. Pietro prende la parola a nome di tutti: “Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna”, affermando così la preziosità e la preziosità del legame con Gesù salvatore, manifestando la forza attrattiva del Maestro e l’adesione affettuosa sua e altrui.
Nel Vangelo di oggi, 17 marzo, (12,20-33) il clima di tensione è alto, tanti lo vedono come un nemico da far fuori presto. Fra coloro che si trovano vicino a lui a Gerusalemme per la festa di Pasqua, la sua ultima, ci sono alcuni Greci, stranieri, che vogliono vederlo, ma sono esitanti, timorosi e si rivolgono a Filippo, che è nel suo entourage. Non è l’unico brano del Vangelo dove c’è chi vuole vederlo, la stessa richiesta proviene da Zaccheo sul sicomoro, dal giovane ricco, da Nicodemo nel buio della notte. Filippo chiama Andrea e insieme gli riferiscono che è cercato. La strada di Gerusalemme è chiusa, né Scribi né Farisei vogliono più ascoltare Gesù, ma per lui si apre un mondo, quello greco, di civiltà e cultura a livello altissimo: è arrivata la possibilità di parlargli. Ecco un segno, Gesù dice: E’ venuta l’ora che il figlio di Dio sia glorificato. In verità, in verità vi dico, se il chicco di grano caduto in terra, non muore, rimane solo, se invece muore produce molto frutto”. Gesù ha capito che deve dare la vita, attirare a sé non solo con parole e miracoli, ma col suo amore. E noi dobbiamo riconoscerlo e accoglierlo, mangiare questa Pasqua con lui. Accostandoci all’Eucarestia ci lasciamo prendere e riconosciamo che Dio ama veramente la nostra vita.