Scott Spiezio in America era un eroe del baseball, giocava per gli Anaheim Angels quando segnò in rimonta un fuoricampo da tre punti nella sesta partita delle World Series 2002 contro i San Francisco Giants, facendo vincere la sua squadra. Un classico ragazzo americano: mazza e guantone, nessuna trasgressione, neanche le pillole contro il mal di testa, sposato con la fidanzata del liceo Amy e con due figli.
Nel 2006 Scott rivince un secondo anello con i St. Louis Cardinals, ma l’aria è cambiata, non è più quella di festa, neanche lui è lo stesso, gli amici non ci sono più o non sono quelli giusti, nel 2004 un infortunio alla schiena in allenamento lo ha messo fuori squadra. Per i dottori rischia di non camminare più e di restare paralizzato. Gli viene paura che la sua carriera possa finire: è teso, nervoso, insicuro. Cambia la sua traiettoria, beve anche un litro di vodka al giorno, anche durante le partite, qualcuno gli suggerisce un altro rimedio, perché non prova la cocaina? “E il brutto è che mi è piaciuta”.
Qualche pausa di sobrietà, poi anche molte sigarette, fino a due pacchetti al giorno. Alcol e droghe insieme producono psicosi, lui si vergogna, si lascia andare, i suoi genitori interrompono ogni rapporto, smette di parlargli soprattutto il padre Ed, anche lui ex giocatore, che ha vinto le World Series.
Scott divorzia, due volte, perde la patria potestà e la possibilità di vedere i figli, restano solo gli “amici”, quelli che quando lo vanno gli portano nuove bottiglie. “Domani cambio vita”, ma intanto oggi continua nella sua miseria umana. A casa sua i muri sono pieni di segni e di buchi, per le cose che Scott lancia nei tanti momenti di rabbia. Iniziano i guai: nel dicembre 2007 si schianta ubriaco con la sua Bmw contro una recinzione e scappa, viene giudicato colpevole di altri due reati e condannato a tre anni di libertà vigilata e a 80 ore di servizio alla comunità. Nel 2013 con un pugno sfonda la finestra dell’appartamento dove vive con la sua nuova donna e il figlio neonato. Una notte la polizia di Ottawa, Illinois, risponde a una chiamata d’emergenza: Spiezio ha dato di matto, distrutto la tv, rotto con un pugno una porta e un’altra finestra. Fugge, si nasconde, la polizia lo trova e lo arresta.
Sarà pure un tossico, senza più soldi, ma certe cose le capisce, soprattutto il suo fallimento: “Sentivo che erano tutti delusi da me, mancavo molti eventi familiari, stavo perdendo la parte più importante della vita dei miei figli”. Poi finisce in rianimazione per problemi fisici e mentali, infine l’itterizia da cirrosi, fegato a rischio. Nell’aprile del 2018 accetta il ricovero in ospedale.
“Ero stanco di essere malato. Volevo tornare a essere una presenza nella vita dei miei figli”.
Centoventi incontri con gli Alcolisti Anonimi, l’amicizia di una donna, Tonia Boyer, che lo aiuta a non rispondere più alle chiamate di certi amici, più comprensione da parte dei suoi genitori, Ed e Verna, qualche vecchio compagno di squadra che trova il tempo e le parole per fargli compagnia, i figli che passano a trovarlo e gli fanno vedere i loro progressi alla chitarra.
Spiezio accetta di raccontarsi nella sua vecchia scuola, nel 2022 partecipa alla festa per l’anniversario delle sue prime World Series quando era un Angel non ancora sceso all’inferno. Sono passati 20 anni, 13 di dipendenza, 12 riabilitazioni, 25 mesi senza bere, qualche lacrima. A 52 è tornato a vivere a Morris in un garage-palestra, dà lezioni di baseball ai bambini, aiuta i genitori nel loro negozio di mobili, gli piacerebbe trovare una casa dove stare insieme ai quattro figli e magari mettere su con loro una band musicale.
Al Village Christian Church, Illinois, con Tonia gestisce il gruppo del lunedì, basato su messaggi e approfondimenti nella Bibbia: “una calda esperienza comunitaria”, come lo descrive sul sito web del gruppo.
Il padre dice che Scott ha fatto una cosa incredibile, molto più pazzesca che far vincere un campionato: riprendersi la sua vita, riconciliarsi, reintegrarsi.
Esistono le persone spezzate. Ma anche quelle che provano a risistemare le crepe, anche a costo di qualche dura salita da affrontare.
Tiziano Conti
Nella foto: Wikipedia By shgmom56 on Flickr