Jacques Delors ci ha lasciato

Se ne è andato a 98 anni uno dei pilastri su cui si regge la storia dell’Unione Europea. Presidente della Commissione Europea dal 1985 al 1995, ruolo in cui ha caratterizzato per sempre la sua memoria per l’impegno instancabile verso l’integrazione europea e la realizzazione di un mercato comune e di una moneta unica.

Può essere considerato a buon diritto il “padre” dell’Euro e dell’Unione europea come la conosciamo oggi. La sua figura è da inserire nel pantheon ideale dell’europeismo e dei leader capaci di essere fonte di ispirazione anche per chi è venuto dopo di loro, al pari dei fondatori Schuman, Adenauer e De Gasperi.

La sua carriera inizia alla Banque de France, dove anche suo padre aveva lavorato, e si sviluppa attraverso un impegno sindacale presso la Confederazione Francese dei Lavoratori Cristiani (Cftc).

La svolta politica arriva nel 1974, quando Delors aderisce al partito socialista. La sua elezione a deputato europeo nel 1979 e la successiva nomina a ministro dell’Economia e delle Finanze durante la presidenza di Francois Mitterrand nel 1981, segnano l’inizio di un periodo di intensa attività politica.

Nel 1985 viene nominato presidente della Commissione Europea: un momento cruciale nella sua carriera. Durante i suoi dieci anni di presidenza, Delors ha lavorato incessantemente per rafforzare la cooperazione e promuovere l’integrazione europea, in un periodo di rinnovamento per l’Europa. Il primo, e finora unico, a svolgere tre mandati.

Delors è stato descritto da ‘Le Monde’ come un socialista autentico, profondamente contrario alle ingiustizie e desideroso di cambiare il corso degli eventi: la sua eredità è quella di un grande statista che ha contribuito in modo significativo alla costruzione dell’Europa.

Nonostante il suo successo a livello europeo, in Francia è ricordato anche per il suo rigore e per il desiderio, mai realizzato, di candidarsi alle elezioni presidenziali del 1995. Il partito cercò di convincerlo e i sondaggi indicavano che avrebbe avuto buone possibilità. Ma rifiutò di farlo: venne scelto Lionel Jospin che perse contro il conservatore Jacques Chirac.

Questa scelta, come ha confidato a Le Monde, è stata fonte di rimpianto per Delors, che si è interrogato sulla correttezza della sua decisione. “A volte, sì, mi pento di non aver osato, forse mi sono sbagliato”, ha ammesso.

Uno dei suoi documenti europei più importanti è il “Rapporto Delors” del 1989. Questo documento, redatto da un comitato presieduto da Delors stesso, ha delineato le fasi per la creazione di un’unione economica e monetaria. Il rapporto proponeva un approccio graduale: prima, la liberalizzazione dei movimenti di capitale e una maggiore cooperazione tra le banche centrali; poi, la fissazione irrevocabile dei tassi di cambio e l’adozione di una moneta unica.

Delors ha compreso che una moneta unica sarebbe stata anche un potente simbolo di unità europea e ha lavorato instancabilmente per realizzare questa visione.

E’ stato un visionario, capace di anticipare e guidare i cambiamenti nell’ambito dell’integrazione europea.

In Italia, un ricordo commosso è di Romano Prodi, ex presidente del Consiglio e della Commissione Ue, che tra l’altro ha scritto. “Provo un sincero a grande dolore per la scomparsa di Jacques Delors, straordinario presidente della Commissione europea. Quando fui indicato come presidente della Commissione europea ho avuto in lui un amico e un prezioso consigliere. Ripensando al suo operato provo un forte rimpianto per quegli anni così importanti poiché le condizioni di oggi sono profondamente mutate e ci troviamo dinanzi ad una drammatica frammentazione. Ci lascia un grande insegnamento: la ricerca dell’unità, la sola che ci consentirà di realizzare in modo compiuto il grande sogno europeo”.

Abbiamo bisogno di visionari come Delors che abbiano anche i piedi piantati sulla terra: che il cielo gli sia lieve!

Tiziano Conti

Foto Wikipedia, Di EC – https://audiovisual.ec.europa.eu

Ultime Notizie

Rubriche