Home pavaglionelugo.net Si festeggia il Tricolore, scelto dal lughese don Giuseppe Compagnoni

Si festeggia il Tricolore, scelto dal lughese don Giuseppe Compagnoni

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L’articolo 12 della Costituzione stabilisce che “la bandiera della Repubblica è il Tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni”.
E oggi, 7 gennaio 2023, la bandiera italiana compie 226 anni. Una storia nella quale uno dei protagonisti viene da Lugo: don Giuseppe Compagnoni, nato nella cittadina romagnola il 3 marzo 1754. Don Compagnoni dato che il padre della bandiera italiana era stato ordinato sacerdote in giovane età, il 4 aprile 1778 in cattedrale a Imola insieme al futuro cardinale Francesco Bertazzoli.
Il 7 gennaio 1797, al Congresso della Repubblica Cispadana a Reggio Emilia, in qualità di delegato della Legazione di Ferrara – al tempo Lugo era sotto la giurisdizione estense -, don Compagnoni ideò e fece promulgare «che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori verde, bianco e rosso e che questi tre colori si usino anche nella Coccarda Cispadana la quale debba portarsi da tutti», come venne poi decretato. Il lughese comprese infatti che un’idea deve materializzarsi in un proprio simbolo concreto che la rappresenti e in questo modo il Tricolore divenne formalmente il simbolo di quel primo lembo d’Italia indipendente e libera. Oggi, in tutte le enciclopedie don Giuseppe Compagnoni è definito universalmente il “padre del tricolore”.
È dal 1997, anno del bicentenario dalla nascita della bandiera, che Lugo celebra annualmente la Giornata del Tricolore con iniziative promosse e organizzate dall’amministrazione comunale insieme alla sezione lughese dell’Unuci (Unione ufficiali in congedo). Inoltre l’istituto tecnico commerciale di Lugo è intitolato dal 1963 a Compagnoni.
Tuttavia Compagnoni, poi vissuto a Ferrara, esule in Francia e morto a Milano nel 1833, non fu solo l’ideatore del Tricolore. Andando a indagare il suo pensiero e le sue opere, si nota come sia stato un uomo con idee di sorprendente modernità.
Come spiegava Marcello Savini, già docente per un trentennio di lettere al liceo classico di Lugo e noto studioso di Compagnoni, in un’intervista del 14 aprile 2022 al nostro settimanale «la biografia di quest’uomo è una sintesi caleidoscopica di esperienze personali, culturali e politiche, vissute nel periodo storico a cavallo fra Sette e Ottocento. C’è il lettore appassionato di lettere e scienze, l’interlocutore delle maggiori personalità culturali e scientifiche dell’epoca (Giovanni Bianchi e Andrea Rubbi, solo per citane alcuni), il sostenitore degli ideali della Rivoluzione francese, lo studioso e docente di diritto costituzionale e, in anni più avanzati, addirittura l’americanista».
Savini è autore, insieme a Paolo Cavassini, ricercatore storico ravennate, di un racconto dedicato a Compagnoni risultato fra i vincitori della terza edizione del concorso nazionale Il Risorgimento Italiano nella memoria. Per chi volesse approfondire, il racconto Ei fu, raccolto in un volume insieme alle opere degli altri vincitori del concorso, è disponibile gratuitamente in formato pdf dietro richiesta all’indirizzo ilnostro-risorgimento@gmail.com.
Tra le molte opere in cui si indaga la figura di Compagnoni segnaliamo Lugo nel ‘900. Una storia di Lugo nel XX secolo (Walberti, Lugo 2005) a cura di Walter Berti; Storia di Lugo di Romagna in chiave francescana, (Walberti, Lugo 1984) di don Mino Martelli; Marcello Savini, Un abate “libertino”. Le Memorie autobiografiche e altri scritti di Giuseppe Compagnoni (Lugo, Banca di Romagna 1988) e Giuseppe Compagnoni: un intellettuale tra giacobinismo e restaurazione (Bologna, Edizioni Analisi 1993) a cura dell’indimenticato direttore della biblioteca Trisi di Lugo Sante Medri.


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