63 milioni all’Emilia Romagna
Pur
trattandosi di una cifra che non può coprire gli enormi danni subìti
dagli agricoltori nel 2019 a causa della cimice asiatica, alla luce
degli attuali meccanismi della Legge 102 si tratta di un risultato
certamente positivo, frutto di un importante lavoro
di squadra pubblico-privato finalizzato a sostenere e supportare per
quanto possibile le aziende agricole più colpite”.
Così Carlo Piccinini, presidente di Confcooperative FedAgriPesca
Emilia Romagna, interviene sulla
firma del Decreto ministeriale che assegna ai frutticoltori della nostra
regione 63 milioni di euro sui 110 stanziati dal Fondo di solidarietà
nazionale per i danni causati dalla cimice asiatica
nel 2019.
“Ora – prosegue Piccinini – è necessario che
queste risorse arrivino al più presto, per consentire alle aziende
agricole danneggiate (che hanno atteso fin troppo) di affrontare le
diverse scadenze economiche: apprezziamo, quindi, l’impegno
dell’assessore regionale Mammi ad anticipare le risorse e a velocizzare i pagamenti”.
“Per il futuro del comparto – aggiunge Raffaele Drei, vicepresidente di Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna –
il progetto triennale di rilancio annunciato alcune settimane fa dalla
Regione, rappresenta una valida base di partenza per invertire la grave
tendenza negativa.
La nostra ortofrutta perde sempre più terreno: in
vent’anni
abbiamo visto scomparire un terzo della superficie dedicata alla
coltivazione delle pere e dimezzata quella delle pesche nettarine. I sei
assi strategici proposti dall’assessore Mammi possono favorire la
competitività del sistema ortofrutticolo
e la capacità di dare un adeguato reddito ai frutticoltori, a patto che
la burocrazia e i veti incrociati non blocchino tutto.
Si parla infatti
di riduzione dei costi di produzione, sostegno agli investimenti per
l’adattamento ai cambiamenti climatici e alla
ricerca di nuove tecniche di difesa chimica e biologica, attivazione di
strumenti di gestione del rischio, incremento della sostenibilità lungo
tutta la filiera, riconversione varietale in funzione delle preferenze
di gusto dei consumatori, promozione delle
eccellenze regionali.
Sono tutti ambiti – conclude Drei – che vedono
già da anni la cooperazione ortofrutticola in prima linea, impegnata con
investimenti e iniziative di valorizzazione della frutta conferita dai
soci produttori; abbiamo bisogno che le Istituzioni
ci accompagnino in questo percorso”.
Giovanni Bucchi
Addetto stampa Confcooperative Emilia Romagna