Per inaugurare la corsa
Il
Circus di Formula 1 riscopre, dopo 14 anni (è del 2006, infatti,
l’ultimo Gran Premio vinto da Michael Schumacher in questo autodromo),
il circuito “Enzo e Dino Ferrari” di Imola con il primo F1 EMIRATES –
GRAN PREMIO DELL’EMILIA ROMAGNA.
Nel
programma delle performance di apertura spicca alle 12 l’esibizione del
Rione Madonna delle Stuoie di Lugo con 10 minuti di esibizione da parte
di musici e sbandieratori. A seguire il trio “Il Volo” intonerà l’inno
di Mameli per i piloti schierati e la pattuglia di 4 velivoli caccia
Eurofighter appartenenti al 4° Stormo di Grosseto (2) e al 51° Stormo di
Istrana (TV) li omaggerà dal cielo.
Tutta
la manifestazione, influenzata dalle norme di sicurezza richieste
dall’attuale emergenza sanitaria, ha costretto gli organizzatori ad
effettuare il GP senza spettatori e anche l’esibizione degli atleti
rossoblu del Rione Stuoie è stata riformulata per evitare qualsiasi
contatto, anche indiretto, tra gli atleti.
Il
corteo lughese, composto da 14 sbandieratori, 16 musici e 5 figuranti,
partirà dal bordo della pista per arrivare sulla griglia di partenza,
come da prove appena effettuate. Il gruppo di Stuoie non nasconde una
certa emozione a calcare il prestigioso asfalto della pista imolese,
fino ad oggi visto solo in tv, e a respirare l’aria già densa di
aspettative dei vari Team.
Durante l’esibizione,
una dama accompagnerà un emblema che ricorda la storia del cavallino
rampante della scuderia Ferrari.
Per chi non lo sapesse, infatti, Lugo
non è solo rievocazione storica del periodo estense, ma anche la città
natale di Francesco Baracca. L’asso dell’aviazione era solito dipingere
sulla carlinga dei suoi aerei un cavallino rampante di colore nero. Nel
1923 Enzo Ferrari, in occasione della prima gara automobilistica del
Savio, conobbe la contessa Paolina Biancoli, madre di Baracca, che gli
propose di mettere l’immagine del cavallino rampante legata al figlio,
recentemente scomparso, anche sulle auto da corsa.
Nel
1929 Enzo Ferrari fondò la “Scuderia Ferrari” e poco dopo decise di
esaudire il desiderio della madre di Baracca, apponendo però un paio di
variazioni: aggiunse lo sfondo giallo e ruotò la coda del cavallo verso
l’alto, portando la variante del logo dell’aviatore lughese a divenire
forse il simbolo automobilistico più famoso al mondo.