Il Sindaco della Romagna Estense apre alle Fusioni

Tra i piccoli comuni

In campagna elettorale torna d’attualità, dopo ben cinque anni, il tema delle Fusioni tra i Comuni che era già stato oggetto di dibattito e confronto nella passata campagna elettorale.

Ma si sa non brilliamo nella rincorsa alle novità.

Novità quella della Fusione tra i Comuni?  


Ormai non le si possono certo più chiamare novità, dopo le tante Fusioni già realizzate, dopo che leggi nazionali e regionali che le finanziano siano in vigore da più di dieci anni.

Già, era stato un tema caldo nella scorsa campagna elettorale, una delle tre sole domande fatte ai candidati nel confronto tra di loro, a significare che si trattava appunto di un tema “prioritario”.

Un tema che si era concluso con l’impegno a ragionarne nel corso dei successivi cinque anni, anche perchè caldeggiato, per i rilevanti benefici economici collegati, da diverse associazioni di categoria.

“Grazie all’Unione – dice Piovaccari, non a caso Sindaco non del Comune Capoluogo ma di Cotignola contrario lla Fusione tra i 9 comuni, – siamo riusciti a garantire servizi di qualità. La strada dell’Unione è ancora (ancora?! nd.R.) quella giusta”…. già, manteniamo, conserviamo.

“L’unico spazio di manovra – dice ancora il numero uno dell’Unione – potrebbe essere di valutare se esistano le possibilità di Fusioni tra due o tre comuni. Queste possibili Fusioni naturalmente semplificherebbero anche la governance complessiva dell’Unione, con un coinvolgimento di tutte le componenti politico amministrative dei nove Comuni. Un tema centrale perchè ha a che fare con la rappresentatività democratica dell’Unione”.

Tema scottante quest’ultimo, quello della rappresentatività degli elettori, dei romandioli, dal momento che gli amministratori dell’Unione, l’Ente che oggi gestisce tutte le funzioni, i poteri, dei Comuni, sono scelti non da noi ma dai partiti e quindi noi votiamo invece Sindaci e consiglieri Comunali ormai da tempo, privi di potere.

Arrigo Antonellini

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