Un padre e un figlio nella bufera della guerra

Di Giacomo Casadio   3a puntata

Celso aveva sposato Santa Luigia Pilani, di dieci anni più giovane, e dal matrimonio era nato Luigi.

Le famiglie popolari lughesi ai primi del ‘900 vivevano momenti certamente difficili dovuti alle difficoltà economiche di un’area contadina legata al mondo dei proprietari terrieri che si servivano di abbondante manodopera pagata poco e male. Il resto della popolazione viveva di piccoli commerci o di modeste attività artigianali che consentivano un minimo reddito di sopravvivenza.

Celso era impiegato del Sindacato Fascista Facchini, Gruppo di Lugo. La moglie era casalinga ma gestiva assieme al figlio Gigetto una bancarella di frutta e verdura al mercato del mercoledi.


Celso Casadio 

  
 Santa Luigia Pilani 
   Questa è la carta d’identità di Gigetto 

Luigi Casadio, detto Gigetto, era nato a Lugo il 25 Agosto 1912. 


Il suo documento d’identità certifica la sua professione di meccanico.

In realtà Luigi aveva un diploma di Scuola Secondaria di Avviamento Professionale, tipo Commerciale, conseguito nell’anno scolastico 1927/28. Quindi la qualifica di meccanico sulla carta d’identità era relativa a competenze richieste dal mercato del lavoro nella metà degli anni ’30.

Luigi gestiva una bancarella da ambulante al mercato di Lugo, aiutato dalla madre Luigia. Però le cose non andavano bene e il guadagno non consentiva un profitto adeguato, tanto che risulta un indebitamento di 5000 lire verso la banca, il Credito Romagnolo.

A Luigi, giovane aderente al Fascismo e iscritto alle Camicie Nere per motivi ideali ma anche opportunistici, non restò che cercare fortuna altrove ed esattamente in Africa Orientale, nei nuovi possedimenti troppo vicini agli interessi economici e militari inglesi.

Mussolini manifestò l’intenzione di dare un Impero all’Italia e l’invasione dell’Abissinia si concluse con l’ingresso dell’esercito italiano ad Addis Abeba il 5 maggio 1936. Quattro giorni dopo venne proclamata la nascita dell’Impero e l’incoronazione di Vittorio Emanuele III come Imperatore d’Etiopia.

La propaganda fascista si era già messa rapidamente all’opera e molti giovani si erano offerti volontari come combattenti o come operai per costruire le infrastrutture nei paesi occupati.

Luigi fu convinto da qualche amico che già era in Africa a fare domanda come volontario della milizia e come operaio stradale.

Carta gerografica

                                             
                                                              Gigetto a Vicenza

Nell’Aprile del 1936 Gigetto si trova a Vicenza per svolgere l’addestramento coloniale e con il padre scambia una corrispondenza frequente. In una lettera il padre gli ricorda che “da ora in avanti la disciplina deve entrare abitudinaria poichè la vita militare è fatta di disciplina. Tu però non hai bisogno delle nostre prediche e noi ci dispensiamo dal fartele….”, cosa che non succederà mai.

Nei saluti spunta per la prima volta il nome di “Prugnolino” Bruna, la futura moglie di Luigi (si chiamava Bruna Fantucci), che allora aveva 25 anni, uno in più di Gigetto e abitava nella grande casa di Corso Mazzini assieme ad altri inquilini.


Giacomo Casadio

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