Tratto da: “Gli occhi di Baracca”: Lugo nelle foto di Paolo Guerra dal ’46 al ’59
di Giacomo Casadio
La città è cambiata molto da quando Guerra scattò le bellissime foto che ho l’onore e il piacere di mostrare a tutti.
L’individuazione dei luoghi è sempre appassionante e porta a scoperte strabilianti. A volte la difficoltà consiste anche nell’impedimento che alberi, cespugli e edifici commerciali e aziendali offrono alla vista di chi passa per la strada.
Un aiuto molto importante è stato per me il programma Google Earth, che qui ringrazio per l’utilizzo di immagini, che mi ha consentito di identificare con precisione tipologie di palazzi, strade e particolari architettonici che nessuno ormai riconosce più.
Un esempio lo porto subito.
Una signora passeggia in Via Biancoli accanto all’edificio di proprietà delle Suore del Sacro Cuore. Nella foto si vede un bellissimo balcone in ferro che mostra raffinate evoluzioni rococò tipiche di numerose altre abitazioni della città.
Questa è l’immagine che appare oggi nello stesso punto della strada.
Oggi la casa è questa.
Nello stesso anno Guerra fotografò l’ampio spazio semivuoto di proprietà della famiglia Brusi, che aveva il nome scontato di Orti Brusi. Si trattava di campagna dentro la città, con galline e alberi da frutta.
In lontananza si vedono un grande palazzo, attualmente ancora abitato, in Viale Ricci Curbastro, e la possente mole della chiesa della Collegiata. Tuttavia già era stato predisposto il tracciato di una strada, il futuro Viale Manzoni, che avrebbe traversato gli Orti Brusi, poi lottizzati e riempiti di edifici.
Attualmente la situazione è un pò complicata da osservare e da capire: auto e alberi impediscono del tutto la visione.
Un famoso personaggio di Lugo era Soprani, gelataio e poi venditore di frutta e verdura lungo le strade della città e anche dei dintorni.
Qui lo vediamo a Barbiano, presso la chiesa parrocchiale di Santo Stefano, circondato da un manipolo di ragazzi che cercano solo un gelato.
Concludiamo con un’immagine di Via Dè Brozzi, che nel 1950 non si chiamava ancora così, ma era Via Provinciale Massa (o Bologna). Era ben diversa da oggi, se così si può dire.
Questa irriconoscibile immagine rappresenta lo stesso scorcio fotografato da Guerra 67 anni fa.
Giacomo Casadio