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Vita di città

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Tratto da: “Gli occhi di Baracca”: Lugo nelle foto di Paolo Guerra dal ’46 al ’59 
di Giacomo Casadio

 
 
 

L’aspetto della città si andava velocemente modificando e sorgevano sempre nuove costruzioni oppure si ristrutturavano le vecchie, come nel caso dell’edificio in piazza 1° Maggio, all’inizio di Via Mariotti, nel 1950.

Nel 1952 l’aspetto era trasformato completamente e il palazzo ospitava non solo un gommista ma anche un negozio di ferramenta e uno di granaglie.

 

All’incrocio fra Corso Mazzini e il circondario sorse un piccolo edificio cubico nel quale si vendevano tutte le leccornie che a grandi e bambini stimolavano piccoli ma attraenti desideri: arachidi (bagigi), semi di zucca (brustoline), lupini (alvén), i sabadon (tortelli con la saba), mistuchein e castagnaccio (dolci di castagne), é burlèngh (migliaccio, dolce con il sangue di maiale), i sugal (mosto e farina) e infine la piedina. Il posto era talmente frequentato che il traffico era spesso condizionato dai mezzi fermi a pochi metri dal casotto.

All’angolo la trattoria-alloggio Michilèi.


Appena faceva bel tempo dopo un duro inverno ragazze, bambini e famiglie prendevano un po’ di sole sulla riva del fiume, che allora non era coperto di alberi e frasche come purtroppo si vede oggi.

Amiche alla Chiusaccia, ancora rotta dalla guerra e attraversata da un ponte di ferro degli Alleati fra Barbiano e Cotignola.


L’evento più popolare e divertente rimaneva la festa di Sant’Ilaro (patrono di Lugo) in Aprile.

I lughesi la chiamavano comunemente Sân Frazchei (dal nome della chiesa di San Francesco di Paola in Corso Garibaldi), evento paesano per eccellenza, che richiamava molta gente dal circondario per i giochi e le giostre, fra cui spiccava l’autopista.

Una meravigliosa cartolina e uno stupendo angolo di pace: Villa Minardi sulla via Piratello.

 
Giacomo Casadio

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