Fino a dove può arrivare la difesa dei diritti di Caino?

Utoya. Il campo dei ragazzi laburisti

La giustizia norvegese ha dato in buona parte ragione ad Anders Behring Breivik, il neonazista massacratore di 77 persone. 


Breivik aveva fatto causa allo Stato norvegese, denunciando “condizioni di detenzione inumane”. 

La corte gli ha dato ragione su questo punto, decidendo che le autorità dovranno al terrorista un indennizzo di 330mila corone norvegesi, cioè circa 35mila euro, per i cinque anni trascorsi in stretto isolamento.

Nel luglio del 2011 Breivik, vestito in nero con un’uniforme paramilitare, armato di tutto punto, prima seminò la morte nel centro della capitale Oslo, facendo saltare in aria il palazzo che ospita i più importanti uffici del governo, probabilmente per concentrare sulla terra ferma il grosso delle forze di polizia. 


Poi con un gommone raggiunse l’isola di Utoya, dove era in corso la festa estiva della gioventù del partito laburista. Spacciandosi per poliziotto, radunò tutti nello spiazzo centrale e cominciò a uccidere ragazze e ragazzi, molti dei quali minorenni, sparando all’impazzata col fucile a pompa e una potente pistola.

Poi si accanì a dare il colpo di grazie alla nuca alle vittime ferite ma ancora non morte. Solo dopo, col cellulare chiamò la polizia: “Sono il comandante Breivik, la mia missione contro il veleno della società multiculturale è compiuta, mi arrendo, venitemi a prendere”.

Notizie come questa ci lasciano interdetti: il diritto delle famiglie a crescere i propri figli uccisi da un paranoico, da chi verrà tutelato?

La nostra società occidentale, soprattutto quella scandinava, molto attenta al benessere delle persone, ad un welfare molto spinto nella tutela della dignità di ogni uomo, ha sempre puntato sulla difesa e valorizzazione di ogni essere umano, ma fino a quale punto possiamo spingerci?

Uccidere a sangue freddo 77 persone, in maggior parte giovani che guardano con ottimismo e speranza alla loro vita di domani, merita di essere considerato alla stessa stregua del dolore dei genitori di quei ragazzi, in una concezione nella quale ogni uomo, anche il più abietto, è meritevole della stessa considerazione e degli stessi diritti?

A questo punto ci viene in soccorso Winston Churchill, che ebbe modo di ricordare come: “È stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora”.

Tiziano Conti

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