Utoya. Il campo dei ragazzi laburisti |
La giustizia norvegese ha dato in buona parte ragione ad Anders Behring Breivik, il neonazista massacratore di 77 persone.
Nel luglio del 2011 Breivik, vestito in nero con un’uniforme paramilitare, armato di tutto punto, prima seminò la morte nel centro della capitale Oslo, facendo saltare in aria il palazzo che ospita i più importanti uffici del governo, probabilmente per concentrare sulla terra ferma il grosso delle forze di polizia.
Notizie come questa ci lasciano interdetti: il diritto delle famiglie a crescere i propri figli uccisi da un paranoico, da chi verrà tutelato?
La nostra società occidentale, soprattutto quella scandinava, molto attenta al benessere delle persone, ad un welfare molto spinto nella tutela della dignità di ogni uomo, ha sempre puntato sulla difesa e valorizzazione di ogni essere umano, ma fino a quale punto possiamo spingerci?
Uccidere a sangue freddo 77 persone, in maggior parte giovani che guardano con ottimismo e speranza alla loro vita di domani, merita di essere considerato alla stessa stregua del dolore dei genitori di quei ragazzi, in una concezione nella quale ogni uomo, anche il più abietto, è meritevole della stessa considerazione e degli stessi diritti?
A questo punto ci viene in soccorso Winston Churchill, che ebbe modo di ricordare come: “È stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora”.
Tiziano Conti